20.05.2018-Gran finale all’Olimpico

Domenica 20 Maggio 2018 - Teatro Olimpico ore 21.00

Primo SET: Una lettura poetica a più voci

Michele Baraldi (Italia/Francia), Cardiopoetica (Italia), Louis-Philippe Dalembert (Haiti), Brian Johnstone (Scozia), Bas Kwakman (Olanda), Andrea Molesini (Italia), Fabio Scotto (Italia), Douglas R. Skinner (Sud Africa), Martin Solotruk (Slovacchia), Mite Stefoski (Macedonia), Habib Tengour (Algeria)

Secondo SET: Boris Vian: il poeta sincopato. Uno spettacolo di musica e poesia

Musiche di C. Zavalloni (voce), P. Tonolo (sax), Paolo Birro (piano)

 

Boris Vian, in nemmeno quarant’anni di vita, s’è inserito nel panorama culturale parigino del primo Novecento nelle vesti più disparate: paroliere, traduttore, ingegnere, musicista, scrittore impegnato per il teatro, romanziere, nonché dirigente del reparto discografico jazzistico per la Philips. Un malato di cuore che per questo non è mai sazio di una vita di cui già presagisce la brevità. Nato nel 1920 a Ville-d’Avray e morto nel 1959 a Parigi, è figlio e padre del proprio tempo, subendone sussulti, tendenze e avanguardie. Attraverso le sue varie produzioni artistiche, e sempre oscillando tra musica e letteratura, sperimenta diverse possibilità d’innovazione, indagando le profondità dell’animo umano in maniera insolita e veicolando messaggi malinconici e reali. La sua esperienza nel campo della musica lo indusse a scrivere il pamphlet En avant le zizique (Musika & Dollaroni). Il libro è un feroce e ironico attacco all’industria discografica e i suoi meccanismi, di cui Vian profetizza che, nel futuro, i musicisti non dovranno più servirsi per pubblicare i propri lavori. Autore anche di racconti e canzoni, Vian suonò la sua tromba tascabile (che nei suoi scritti si ritrova spesso sotto il nomignolo di “trompinette”) nel celebre Tabou Club (ormai chiuso) situato nella Rue Dauphine, a Parigi. Vian scrisse 10 romanzi, tra cui 4 thriller, racconti brevi, poesie. Profondamente avvinto dalla “pop-culture” americana, ha svolto un ruolo di prim’ordine nella ricezione in Francia dello scrittore statunitense Raymond Chandler. Lo spettacolo farà rivivere la forza innovativa e lo splendore della Parigi degli anni Quaranta e Cinquanta in cui Vian visse e consumò la sua forza poetica.

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