13 e 14 Maggio 2016 – Hajdari/Kim Kwang-Kyu

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Venerdì 13 Maggio - Università di Vicenza, ore 24.00
Gezim Hajdari (Albania) Kim Kwang-Kyu (Corea)
In collaborazione con Vicenza Jazz
→ Musiche: Daniele Di Bonaventura (bandoneon) e Giovanni Guidi (piano)

Sabato 14 Maggio - Palazzo Leoni Montanari, ore 18.00
Gëzim Hajdari (Albania) Kim Kwang-Kyu (Corea)
→ A cura di Marco Fazzini e Vincenza D’Urso
→ Musiche: Dino Rubino (piano e tromba) e Lorenzo Conte (contrabbasso)

Un appuntamento decisivo, forte, strategico in una rassegna all'insegna dell'onestà letteraria e civile. Si tratta di due poeti coraggiosi, due poeti che hanno fatto del dissenso la loro bandiera, ma non per fini esclusivamente rivoluzionari o anti-conformisti: la loro è stata la voce della poesia contro la dittatura, le ingiustizie sociali, la dittatura. Hanno saputo svelare la corruzione, la piccolezza degli uomini al cospetto del consumismo, delle multinazionali e d'una storia apparentemente troppo forte per una persona sola, o per una voce poetica spersa tra la folla dei conformismi.

Kim Kwang-Kyu nasce a Seoul nel 1941, si laurea in germanistica alla Seoul National University e prosegue i suoi studi in Germania. Il suo debutto come poeta avviene piuttosto tardi, nel 1975. Fino a quel momento si era avvicinato alla poesia solo attraverso la traduzione letteraria, pubblicando in lingua coreana opere di Heinrich Heine, Bertolt Brecht e Günter Eich. Nello stesso anno del debutto letterario inizia la carriera universitaria presso il Dipartimento di Germanistica della Pusan National University. La sua prima raccolta di poesie, L’ultimo sogno che ci bagno’  esce nel 1979. Nel 1981, per questa raccolta, ricevera’ il Nogwŏn Pulgyo Munhaksang, premio buddhista per la letteratura. Tra il 1983 e il 2015 il poeta pubblica nove raccolte poetiche, tra cui No, non e’ cosi’ che vince il prestigioso Kim Suyǒng Munhaksang, premio dedicato alla memoria di uno dei maggiori poeti modernisti del dopoguerra; Il cuore del Monte K’ŭnakAniri, premiato con il P’yŏnun Munhaksang nel 1994 e Quandoc’incontrammo per la prima volta, con cui riceve nello stesso anno l’importante riconoscimento letterario Daesan Munhaksang. L’ultimo lavoro di Kim Kwang-Kyu, Il giorno in cui la mano destra fa male esce nel 2015, per celebrare i quarant’anni di scrittura poetica. Le sue poesie sono state tradotte in dieci lingue ed è in preparazione, a cura di Vincenza D’Urso, una selezione antologica in lingua italiana, la cui uscita è prevista entro il 2016.

Gëzim Hajdari è nato in una famiglia di ex proprietari terrieri, i cui beni sono stati confiscati durante la dittatura comunista di Enver Hoxha. Ha studiato all’Università di Elbasan e alla Sapienza di Roma. Nell’inverno del 1991, Hajdari è tra i fondatori del Partito Democratico e del Partito Repubblicano della città di Lushnje, partiti d’opposizione. È cofondatore del settimanale di opposizione Ora e Fjalës. Nel corso della sua intensa attività di esponente politico e di giornalista d’opposizione in Albania, ha denunciato pubblicamente e ripetutamente i crimini, gli abusi e le speculazioni della vecchia nomenclatura comunista di Enver Hoxha e dei recenti regimi mascherati post-comunisti; dal 1992 è esule in Italia. Bilingue, scrive in albanese e in italiano. In Albania il suo contributo letterario viene ignorato volutamente dalla cultura di potere. Dal 1992 vive come esule in Italia. Traduce dall’italiano in albanese l’antologia Forse la vita è un cavallo che vola (1999); Il muschio e la pietra ( 2004). Dall’albanese traduce i poeti J. Radi e F. Haliti. È cittadino onorario per meriti letterari della città di Frosinone dal 2001. Tra le sue varie raccolte ricordiamo: Antologia della pioggia (2000); Erbamara (2001); Stigmate (2002); Spine nere (2004); San Pedro Cutud (2004); Poema dell’esilio (2005); Nûr. Eresia e besa (2012); I canti di nizàm (2012); Evviva il canto del gallo nel villaggio comunista (2013); Poesie scelte 1990-2015 (2015).

 

 

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